down the rabbit hole



Mostra:          Passion is the Difference

Luogo:          LipanjePuntin artecontemporanea - Trieste

                         via Diaz, 4   34121   Trieste                       

 Durata:          11 giugno – 16 ottobre 2010

                        (agosto chiuso per ferie

Inaugurazione: venerdì 11 giugno 2010, dalle 18.00

 

 

 

 

“La passione muove progetti e genera capolavori, grandi o piccoli, pubblici o privati, testimonianza del passionale entusiasmo dell’uomo verso la propria attività e, più in generale, verso l’esistenza. Avere passione significa arricchire il proprio obiettivo esistenziale di quello stupore infantile che è motore della crescita durante tutto l’arco della vita. Quello che si è, ciò che si diventa, è frutto di continue infinite scelte, il cui detonatore dovrebbe essere proprio la passione. Rivendicare ciò che siamo e ciò che ci appartiene, ritornare alla propria natura, ricrearla o trovarne una del tutto nuova. La passione è contagiosa. La passione come antidepressivo naturale o come sofferenza, dalla sua radice linguistica. Non si tratta di un soffrire sterile e fine a se stesso quanto piuttosto di un percorso di crescita e di rinnovamento, la rassicurante sensazione d’essere vivi con o per uno scopo.

Forza contraddittoria per raggiungere la vetta del godimento o il baratro della disperazione. Un sentimento viscerale che non può essere vissuto razionalmente e che diventa epidermico generando una fusione visibile tra mente e corpo.

In una società fondata su obiettivi e strategie, l’arte può essere ricondotta alla passione? Un invito all’opera e al tempo stesso una riflessione che coinvolge artisti, galleristi, collezionisti e curatori: collaborazione che nasce da una comunanza d’interessi e da una vicinanza affettiva. L’esito di questo confronto è un work in progress, frutto di imprevedibili combinazioni in continuo movimento ed evoluzione.

Le opere esposte sono di artisti di diverse nazionalità, dall’Italia alla Cina, dall’Olanda alla Nigeria, dall’Australia a Malta, e ci rivelano passioni diverse che nascono in modo spontaneo e autonomo. Le vere passioni s’intercettano e si riconoscono, vengono rilanciate da tutti coloro che sono coinvolti nel mondo dell’arte per creare un circolo virtuoso che riattiva altra passione.”

Cristina Lipanje, Marco Puntin – LipanjePuntin artecontemporanea

 

 

 

La mostra propone opere che esprimono diverse tipologie di passione. Esemplare in Portrait of Christa è l’omaggio dell’artista californiano James Brown alla passione di Christa McAuliffe, maestra elementare e membro dell’equipaggio del Challenger, lo shuttle esploso in fase di lancio nel 1986. Questo dipinto su tavola, proveniente dalla collezione di Leo Castelli (nato a Trieste, gallerista a New York), rappresenta per LipanjePuntin il legame di Trieste con il mondo. L’artista romano Luigi Serafini esprime la propria passione per la scrittura e per l’immaginario letterario anche attraverso una scultura in ceramica di una figura mitologica, ricca di rimandi alle leggende di Bacco e alla pompeiana lussuria. C’è la passione calda nei corpi femminili di Ugo Giletta così come nei ritratti maschili della spagnola Francesca Martí, figure energetiche e dinamiche. La religione e la devozione maltese sono rivisitate con una dose di surrealismo nelle foto di Maree Azzopardi. Si passa dai dipinti dell’olandese Jasper Krabbé che ritraggono la perfezione del gesto sportivo del campione olimpico di tuffi Matt Mitcham, al video Senza tela: La morte di Marat di Manuel Fanni Canelles (una collaborazione tra l’associazione culturale Openspace di Trieste e LipanjePuntin) sul capolavoro di Jacques-Louis David e la sua feticizzazione nell’immaginario attuale; dalle miniature d’interni legati all’arte dipinte in modo maniacale dall’artista scozzese Andrew Grassie alle sculture “tribali” in legno, bronzo e carta vetrata che evocano l’eredità africana di Jebila Wolfe-Okongwu; dalla xilografia del maestro giapponese Hokusai con la veduta del Monte Fuji (1830), primo acquisto di un critico alla precoce età di sedici anni, all’acquerello eseguito da Gao Xingjian (premio Nobel nel 2000 per la letteratura) sul significato dell’identità e dell’orgoglio di un dissidente; un’opera che qui ben rappresenta la passione della galleria Torbandena di Trieste e il suo dialogo pluriennale con LipanjePuntin artecontemporanea.

E ancora: Robert Mapplethorpe attraverso la reinvenzione del bianco e nero e la reinterpretazione di tòpoi fotografici quali i fiori e la scultura classica o Elio Caredda che in un’unica opera dal titolo Usch dar dam (dall’arabo “consapevolezza del respiro”) riesce a sintetizzare un ventennio di appassionata ricerca artistica ed allo stesso tempo una forte attenzione per la propria e l’altrui Vita.

 

Come la passione può trasformarsi da un momento all’altro, così questa mostra è in continua evoluzione. Nel suo percorso fino a ottobre essa andrà mutando grazie alla collaborazione e il contributo di altri artisti, atelier, gallerie, collezioni private e musei.

 

 

Con la collaborazione di:

Australian Embassy in Rome, Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, Ambasciata di Malta, Real Academia de España en Roma, Galleria Torbandena – Trieste

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LIPANJEPUNTIN artecontemporanea

via Diaz 4  – 34121 Trieste

Tel. +39 040 308099

www.lipanjepuntin.com           info@lipuarte.it


inaugurazione SERAFHAUS

inaugurazione SERAFHAUS

inaugurazione SERAFHAUS

inaugurazione SERAFHAUS


codex Serafinianus

codex Serafinianus

ORIENTAMENTI

ORIENTAMENTI

domenica 11 aprile 2010





Artista: Luigi Serafini



Mostra: Serafhaus



Curatore: Umberto Zampini



Luogo: LipanjePuntin artecontemporanea - Roma

via di Montoro 10, 00186 - Roma



Durata: 6 maggio – 3 luglio 2010



Inaugurazione: Giovedì 6 maggio 2010, dalle 18.30





LipanjePuntin artecontemporanea – Roma ha il piacere di presentare Serafhaus, una personale di Luigi Serafini (1949, Roma), a cura di Umberto Zampini.



Serafhaus è il personale atelier volante di Luigi Serafini. E’ un luogo mentale, momentaneamente in transito tra gli spazi di via di Montoro, il golfo di Trieste e le abitazioni dell'autore. Una popolazione di mondi e creature fantastiche scovate negli anni dalla sua incessante ricerca artistica. Dal Codex Serafinianus alle più recenti illustrazioni delle Storie Naturali di Jules Renard attraverso quadri, istallazioni, disegni, oggetti e fotografie sarà possibile indagare il diario del suo viaggio. Il mondo in cui viviamo viene esaminato, setacciato, smontato alambiccato sino ad ottenerne il distillato. Un’esperienza, questa, che ha segnato fin dai primi anni d’infanzia la sua formazione e con essa il suo incontro con l’arte, da intendersi qui come unico modo di guardarsi attorno e vedere veramente: l'arte come unico dispositivo in grado di far sì che il mondo stesso si schiuda a noi attraverso gli occhi dell’artista.

Quella di Serafini non è semplicemente una parata di mondi alieni e fantasiose specie animali e vegetali, la sua è una cosmogonia che punta a neutralizzare l’elemento potenzialmente minaccioso presente nella natura, attraverso la sua esaltazione. La natura, luogo triste e crudele, covo di morte e sopraffazione, in Serafini diventa letteraria e fiabesca come nei codici miniati medievali, e quindi malinconica, perfino sensuale, superumana o forse semplicemente supernaturale.



Luigi Serafini, dopo gli studi in Architettura presso il Politecnico di Milano inizia a occuparsi di design, collaborando ed esponendo con il Gruppo Memphis, guidato dall'architetto Ettore Sottsass. Lavora per la televisione e per il cinema insieme a Federico Fellini ("La Voce della luna"), realizza scenografie, luci e costumi per il Teatro alla Scala.
Dopo il noto “Codex Seraphinianus” edito da Franco Maria Ricci nel 1981 e ripubblicato nel 2006 da Rizzoli, Serafini pubblica nel 1983 "Pulcinellopedia", edito da Longanesi. Ha pubblicato storie e racconti per Bompiani, Archinto, Fandango e per molte riviste. Nel 2007 il Pac ha reso omaggio all’universo serafiniano presentando per la prima volta al pubblico le Cento tavole originali del “Codex”.

Italo Calvino, Roland Barthes, Giorgio Manganelli, Federico Zeri, Federico Fellini, Douglas Hofstadter, Achille Bonito Oliva e Vittorio Sgarbi si sono confrontati con l’opera di Serafini. Calvino ne descrisse i meccanismi e le figure retoriche: “come l’Ovidio delle Metamorfosi, Serafini crede nella contiguità e permeabilità d’ogni territorio dell’esistere: l’anatomico e il meccanico si scambiano le loro morfologie, l’umano e il vegetale si completano…il selvaggio e il metropolitano, lo scritto e il vivente.”



LIPANJEPUNTIN artecontemporanea

via di Montoro 10 – 00186 Roma

Tel. + 39 06 68307780

www.lipanjepuntin.com info@lipuarte.it roma@lipuarte



Orario di galleria: da martedì a sabato 14.00 – 20.00 o su appuntamento